Periodo: XVII sec.

Scultore; notizie su di lui si hanno nel periodo compreso tra il 1616 e il 1684. Non si conosce nulla della sua formazione artistica, per quanto l'iniziale collaborazione con il Chiarello sembra molto probabile. La sua prima opera datata 1652 è l'altare di S. Antonio nella chiesa dei Conventuali di Alessano, nella quale tuttavia è già evidente una notevole capacità tecnica unita ad una originalissima fantasia, specialmente nel trattamento dei capitelli e dei basamenti delle colonne che sono un "segno" delle sue opere successive, tutte quante dominate da un'atteggiamento formale ridondante che mai lascia spazio a vuoti o pause. La seconda opera datata e firmata è il portale della Collegiata di campi Salentina (1658) dove, fra l'altro vi è la prima raffigurazione plastica dell'immagine di S. Oronzo secondo l'iconografia stabilita dal celebre quadro del Coppola, dipinto qualche anno prima per la cattedrale di Lecce. Fu attivo in Monteroni tra il 1658-59 dove realizzò due altari (S. Oronzo e il Crocifisso) per la Parrocchiale. A Surbo lo ritroviamo nel 1661 dove realizzò, firmandolo, l'altare di S. Giuseppe per la chiesa omonima. Tra il 1667-70 nello stesso centro realizzò il sontuoso altare di S. Oronzo nel cappellone della Matrice. Nel frattempo era diventato, più di Placido Buffelli, il massimo diffusore in provincia delle forme del "barocco leccese". Ambrogio Martinelli fu chierico e in quanto a ciò fu protetto e agevolato dalle gerarchie religiose. Nel 1666 per i conventuali di Otranto eseguì ben quattro altari ; quasi contemporaneamente realizzò l'altare maggiore nella chiesa di S. Maria la Greca in Leverano. A Maglie, verso il 1668 si trova nella chiesa di S. Maria della Scala dove esegue l'altare del Rosario e quello della titolare firmandolo. Fu a Nardò dove eseguì l'altare di S. Girolamo nella Cattedrale. Coevo dovrebbe essere il superbo portale della chiesa delle Anime a Soleto. Martinelli dovette operare a Gallipoli, a Taviano e in Copertino. Suo è sicuramente l'altare di S. Giuseppe nel transetto della chiesa dei Domenicani. E probabilmente sua deve essere anche la statua di S. Sebastiano collocata originariamente sulla porta del Malassiso ed ora su una colonna.

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