Tipografia Desae Giovan Bernardino

Le origini della tipografia Desa risalgono alla seconda metà del '500.

Scheda di dettaglio

La stamperia copertinese fu una delle prime realtà tipografiche nel panorama pugliese della quale ne tessero le lodi e l'importanza cronisti come Girolamo Marciano, contemporaneo del Desa. All'inizio la stamperia apparteneva alla famiglia Desa. Nel 1581 i fratelli Gaudenzio e Cesare Desa, quest'ultimo facoltoso arcidiacono, stabilirono di dividere le proprietà possedute in comune. A Gaudenzio andò "tutta quella stampa per imprimere lettere"; ovvero un torchio e centinaia di caratteri mobili che l'arcidiacono si era fatti portare da Roma e da Venezia.

A preseguire l'arte impressoria fu Bernardino, figlio di Gaudenzio e Laura Leo, nato nel 1559 e primo di quattro fratelli (Margherita, Felice e Carsidonia). Sotto la tutela dello zio prete, che a sua volta contava sulla protezione di mons. Fabio Fornari, vescovo di Nardò, Bernardino stampò quindici testi. Ottenuta una modesta fonte di guadagno nel 1882 sposò Giovanspina Napolella che gli dette tre figli, Giacomo, Laura e Giovan Filippo.

Dai torchi della tipografia Desa uscirono diversi testi molti dei quali andati perduti. Tuttavia, la sua attività è testimoniata da una serie di cinquecentine tra cui "I successi dell'armata turchesca" del Marziano; "Orazioni" del brindisino Antonio Gallo; "Canzoniere" di Francesco Scardino; "Philosophia acerrima de anima" di Francesco Scarpa; "Le Costituzioni" di Luca Antonio Resta; "Canzoniere con prose" di Giovan Pietro dè Giudici; "Guida spirituale "di Diego Guida; gli atti del sinodo diocesano del vescovo di Alessano, Ercole Lamia.

A lui si rivolsero soprattutto i frati francescani per stampare i loro "Statuti". Come pure alla stamperia Desa si dovettero rivolgere Scipione Carignano e Marino de Maja, oltre al vescovo Fornari per le sue "Ordinationi". Altri due titoli stampati dalla tipografia Desa sono stati ritrovati recentemente nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Si tratta dei "Decreta ordinis Minurum Conventualium" e "Modo di fare l'oratione mentale". Due testi di consumo più che di erudizione.

La scomparsa del Fornari e l'ostracismo delle varie prammatiche vicereali non dovettero consentire più al Desa di continuare l'arte impressoria. Bernardino, che nel frattempo si era imposto tra il notabilato locale, visse di rendita e, per qualche tempo rivestì la carica di amministratore dell'antico ospedale. Morì a 93 anni e il suo corpo fu sepolto nella chiesa del convento di S. Francesco intra moenia, presso l'altare laicale della sua famiglia.


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